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This opera by Daniele Scanferlato is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.

mercoledì

[cit.]

Mi sta scendendo una lacrima. Come se fosse la fine di un film. Le lacrime scendono sempre alla fine di un film. Dipende dal genere di film. Quelli che toccano il cuore, di quelli parlo io. Ho rispolverato questo bel souvenir un'altra volta. Ha fatto male. Ora lo appoggio lì.” [cit.]

Non è una mia frase ma voglio permettermi di citarla. Perchè questa frase mi ha dato l'input di mettermi a scrivere all'1 suonata di notte. No, non ho sonno. E finchè il polso cammina, facciamo mattina. Quando smetterà di camminare, ci riposeremo. La volta buona che ci potremo riposare. In sottofondo quella playlist che non vuole smettere di suonare. Se fosse un vinile sarebbe consumato. Se fosse una cassetta sarebbe rovinata. Se fosse un cd sarebbe strisciato. Non è nemmeno un mp3. Perchè quella playlist continua a suonare nella testa. E non solo nella mia. Nella testa di chi ascolta. Di chi vuole ascoltare. E di chi la lascia suonare. Non esiste stop, rewind o forward. Forse esiste il pause, ma solamente perchè non vuoi perderti quel frammento di poesia che sta fuggendo velocemente. Non puoi tornare indietro e riascoltarla, devi aspettare il loop. Il continuo loop infinito. Echeggia in quella mente così occupata a pensare ad altro che ti dimentichi di mettere in pausa, di vivere il momento e di farla ripartire.

Dicono che bisogna vivere la vita. Io dico che bisogna viversi la vita, invece. Parliamone. Non bisogna farsi vivere, il protagonista sei tu. Esclusivamente te che dici alla vita come farti vivere. Momento filosofico.

Succede quando ti capita qualcosa di inaspettato. Quando ti vengono date delle parole che da sole valgono poco, ma che messe assieme hanno un valore enorme. Quando qualcuno dice alla vita come farti vivere. L'input. Dato da quel fratellino che non hai mai avuto. Ma che hai sempre riconosciuto come tale. Non di sangue, ma di esperienze. Di souvenir.

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