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venerdì

Frammenti

"Il presente non è che un frammento di tempo che inevitabilmente fugge nel passato con la parola". Non sto poco bene. E’ venuta così…a caso. Anche se niente è dato al caso. Non sono un filosofo, non fumo erba. Non più. Eppure vedendo svanire il fumo di quella sigaretta, pensando al periodo di merda che sto passando, pensando a me stesso, è nata questa frase. Potrei metterla come citazione preferita nei network. Però non sono nessuno e gli unici commenti sarebbero “ma chi cazz’è sto qua?”. Sono sboccato, sono volgare. Mica sempre però, so essere anche gentile ed educato. Carino e coccoloso. “Ragazzi, voi due riuscireste a vendere anche una ciofeca”. La citazione che preferisco. La frase che mi ha fatto più effetto. Ma non devo illudermi, non lo farò. Sono ancora uno sbarbato, devo crescere, voglio crescere. E ce la farò. Lo prometto. A me stesso. Non agli altri, non me ne frega più nulla degli altri. E gli amici? Me li scelgo bene ora. Ci sono quelli che ti stanno vicino quando ne hai bisogno, e quelli che ti voltano le spalle, ti sputano dietro. I veri amici li riconosci. Possono essere quelli d’infanzia, con i quali andavi in bici in ordine d’età, con i quali andavi a giocare al campetto vicino casa, con i quali andavi a prendere un gelato le sere d’estate. Quei bambini ora sono cresciuti, eppure quel gelato lo prendi comunque, le partite al campetto le fai comunque, i giri in bici…beh no quelli non più. Da quando ho una macchina sotto il culo non uso più la bici. Anche se l’ho riscoperta ultimamente. Peccato. Ricordi ricordi ricordi. Mi piacerebbe tornare a quell’età, non avere pensieri per la testa, pensare solo a giocare e a far dannare la mamma. Poi ci sono gli amici della post adolescenza. Quelli con cui vai a prenderti uno spritz, una birretta, un prosecchino. Quelli con cui ti fai partite a pes sino a notte fonda, tornando a casa con due occhi da paura. Panico paura. Poi ci sono quelli con cui fai il coglione, ma con cui riesci a fare discorsi che nemmeno te pensavi di poter fare mai. Di quelli profondi, che toccano. Ecco, sono questi gli amici che voglio io. E che non voglio perdere mai. Le donne passano, gli amici restano. Quelli veri. Tanti discorsi, tutti diversi. Epoche diverse. Argomenti diversi. Tutto diverso. Eppure è quello che sto pensando ora. Non scrivo per la cronaca, non scrivo per i commenti e non scrivo per le critiche. Scrivo per me stesso. Ho ripreso in mano un diario troppo vecchio per potermi ricordare le parole usate in esso. Era quell’estate del 2006 Marina di Venezia. Cameriere. Mai più. Però mamma mia che figata. E’ quell’anno che ho cominciato a scrivere qualcosina. Per caso. Vedendo il mio amico, coinquilino e collega sorridere quando rileggeva il suo diario. Ricordava. Volevo ricordare anche io, immaginare la faccia che avrei fatto rileggendo quelle pagine. Fa bene scrivere, ti aiuta a sfogarti. Ricordi ricordi ricordi. Ultimamente mi faccio parecchie domande. Le più accreditate sono: “ma perché?”, “che cazzo mi succede?”, “cosa faccio?”. Ma quella che preferisco è “quando cazzo finiscono questi esami?”. Alle persone che mi domandano se mi piace quello che faccio, se mi piace fare il grafico, io gli rispondo: “è un mondo di merda, ma lo adoro”. Adoro quello che faccio. Mi piace davvero. Ha i suoi pro e i suoi contro, ma nell’insieme riesco a gestire il tutto. Per ora. Speriamo di continuare così. Ma se riesco a vendere anche una ciofeca, cosa vuoi che sia dare sette esami in un mese? Errore, riusciamo a vendere una ciofeca, io da solo non ci riuscirei. Io da solo non saprei fare nulla. O almeno credo. Forse solo in parte. Un quarto di ciofeca. Il resto è solo merito Suo. Lui. Colui che mi ha cresciuto. Colui che mi ha portato alla convinzione di poter diventare qualcuno. Non voglio citarlo, non sarebbe giusto. E’ coperto dai diritti Creative Commons.
Non so se è soltanto fantasia o se è solo una follia, quella stella lontana laggiù però io la seguo e anche se so che non la raggiungerò potrò dire ci sono anch’io. Chi è deserto non vuole che qualcosa fiorisca in te. E so che non è una fantasia, non è stata una follia, quella stella, la vedi anche tu, perciò io la seguo e adesso so che io la raggiungerò perché al mondo ci sono anch’io.
Grazie anche a te Max.

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